mercoledì 11 maggio 2011

Sicilia



La mia terra è meravigliosa e disgraziata, un incubo dal quale ti svegli contento di esserci. E’ un paradosso infinito.
Per chi è lontano è tristezza e nostalgia del ritorno. Per chi rimane una continua immagine in bianco e nero, irritante quanto basta per incazzarsi con se stessi…
E’ un triangolo chiuso agli sguardi indiscreti di chi ci osserva e non può capire; è un recinto fatto di mura piene di vetri di bottiglia rotti da dove non riesci a scappare.
5 milioni di volti pazienti, arsi dal sole, resi forti dal sudore e dalla passione, dagli itinerari e dalle dominazioni, sempre pronti ad accogliere lo straniera che di noi non capirà nulla, ma al quali supini chiediamo speranza. Com'è difficile essere siciliani..!!!
Siamo uno stereotipo, un modello distorto per il resto del mondo.
Ma noi siciliani non siamo tutti uguali. I veri siciliani sudano, lavorano, ci credono, soffrono e rimangono legati a questa terra meravigliosa e disgraziata. I veri siciliani rimangono attaccati all'odore di agrume, fin quando non lo sentono tre metri sotto terra.
I veri  siciliani amano e patiscono, sono mezzosangue e per questo cordiali col fratello straniero, sono frontiera di confine e civiltà, limite invalicabile per chi siciliano non è.
Siamo una parte di tutto ciò che abbiamo incontrato lungo la nostra straordinaria storia:
mezzi cattolici e mezzi musulmani; un pò Pirandello, ma anche Sciascia; siamo l'Etna ed il barocco, il buon vino rosso e la valle dei templi; Bufalino e Quasimodo, Falcone e Borsellino. Siamo migranti ed ospitali, emotivi e passionali, siamo "quando ci pare", ma anche "sempre con tutto il cuore"; siamo La Pira, Mattarella e Pio La Torre; la povertà e la ricchezza d'animo; siamo Verga e Camilleri, Impastato e Don Puglisi.!
 Per questo credo che la Sicilia sia una delle tante possibilità, una indescrivibile situazione esistenziale, un modo d'essere e di fare, oltre tutto e tutti, oltre il mediterraneo, fors’anche contro noi stessi….

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