sabato 30 aprile 2011

Non è un "centrosinistra" per giovani...



Milano:    Giuliano Pisapia 62 anni
Torino:     Piero Fassino     62 anni
Bologna:  Virginio Merola  55 anni
Napoli:     Mario Morcone   59 anni

martedì 26 aprile 2011

Dimenticata la ricorrenza del 25 aprile a Pozzallo




Il 25 Aprile celebra la liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo.
Nell'anno del 150° anniversario dell'Unità d'Italia questa data assume  un importante valore simbolico; unisce infatti ai valori della libertà e della resistenza, quelli della solidarietà e della riunificazione.
Eppure a Pozzallo l'esigenza e l'importanza della Memoria e del Ricordo evidentemente non valgono neanche  un briciolo di attenzione.
Anzi, quasi ad essere considerata una data qualsiasi, uno dei 365 giorni anonimi dell'anno, è meritevole di una giustificazione, come si può leggere dal sito dell'Ente:
" LA COINCIDENZA DEL 25 APRILE CON IL
LUNEDI DELL’ANGELO NON CONSENTE LO SVOLGIMENTO DELLA TRADIZIONALE CERIMONIA IN PIAZZA RIMEMBRANZA".

  La testimonianza richiede sacrificio: sarebbe bastato anticipare la cerimonia di qualche ora, così da consentire le tradizionali gite fuori porta.
Hanno fatto così ovunque, nelle grandi e nelle piccole città, nei paesini e nei piccoli borghi.
Evidentemente la massima istituzione pozzallese non ha questo tipo di sensibilità.
Questa non è una semplice polemica politica, della quale avremmo francamente fatto a meno: è una netta presa di posizione per una celebrazione che, a nostro modesto parere, avrebbe meritato attenzione, perchè veicola un messaggio di fondamentale importanza sopratutto per le nuove generazioni: educare a sentirci un popolo che guarda al futuro,  senza mai dimenticare la nostra storia, fatta di donne e uomini coraggiosi, che hanno dato la vita, non pensando che la testimonianza richiedesse un sacrificio.

     Partito Democratico                  Il Timone                 Vivere per Pozzallo



lunedì 18 aprile 2011

Cosa deve fare il PD per essere vincente


Possiamo fare tutte le proposte immaginabili, possiamo riempire interi tomi di economia e teoria politica; ma se non accettiamo che il Popolo chiede 5 cose fondamentali non andremo da nessuna parte.
La nostra proposta deve essere alternativa, ma più di ogni altra cosa deve essere concreta ed attuabile!
Non basta arrancare coi comunicati stampa di risposta a Berlusconi: dobbiamo dire e fare qualcosa noi.
Credo sia inutile continuare con le solite manfrine ingessate ed incomprensibili, che stancano e che ormai non legge nessuno. 
Diciamo 5 cose:
1) Dimezzare il numero dei Parlamentari e dimezzarne l'indennità (ovvero le migliaia di euro di danari che percepiscono) 2) Togliere il vitalizio (modo elegante per definire la pensione vita naturaldurante) ai consiglieri regionali. 3) Eliminare i consiglieri provinciali (i Sindaci diventano consiglieri a costozero) 4) Massimo tre mandati, giusto per non svernare in Parlamento, per i deputati nazionali e regionali! 5) Primarie ad ogni livello (dalla scelta del Sindaco, ai parlamentari europei: si tratta semplicemente di rispettare il NOSTRO STATUTO)

domenica 17 aprile 2011

Disputa su Dio (e dintorni...) Il ruolo dei Cattolici oggi


Non sono un blogger, questo si è capito chiaramente. Mi piace scrivere, ma non ogni santo giorno, non con regolarità, non su tutti gli argomenti.
Se poteste vedere il disordine sulla mia scrivania (con buona pace di Francesca) capireste che sono un "disordinato cronico", un amante del Kaos (non solo filosofico, quanto piuttosto quotidiano e leggero).
Per questo anche le situazioni e gli argomenti giornalieri (in questo periodo alquanto insistenti ed arrancanti), che via via si presentano, li affronto senza regolarità. Ho bisogno di rifletterci sulle cose: non sono mai stato "il primo della classe" o l'intelligente del gruppo, ho i miei tempi per capire le cose. E' sicuramente una pecca, ma abbassa le aspettative, mie e degli altri.
 Sono uno cui non si può fare affidamento, lo ammetto;  mi appassiono facilmente e vado in fondo alle cose, ma sono anche un "criticone", uno col caratteraccio, e di miei amici ne sanno qualcosa.
Sto scrivendo un testo sul "Ruolo dei cattolici nella società moderna", senza nessuna pretesa, che stamperò a mie spese e distribuirò tra gli amici più intimi: ereticamente, visto che ho inserito dentro figure non propriamente riconducibili al "cattolicesimo", ma che molto più di altri, credo umilmente, possano elevare pragmaticamente il discorso sul senso della vita e, per chi ci crede, su "Dio e dintorni".
Esatto: pragmaticamente! Assistendo qualche anno fa alla lettura del vangelo da parte di un Padre Comboniano, Padre Alex Zanotelli, ha che la"parola di Dio" poteva essere strettamente legata all'impegno quotidiano, alle cose di tutti giorni, alla ripetitività dei piccoli et buoni gesti per la conservazione del Creato.
Ebbene, siccome non ho verità in tasca, ma ho qualcosa da dire, ho iniziato una ricerca di libri che potessero aiutarmi a sviluppare gli argomenti dei vari  capitoli del piccolo testo che sto andando a comporre.
Per comprendere non i cattolici, ma il ruolo che oggi possono essi avere nella società, dalla politica al volontariato, non possiamo esimerci dal rapporto con chi non crede, o comunque ha una visione critica sulla Chiesa dei fedeli e sulle questioni di fondo di "quella cosa che chiamiamo vita".
Mi pongo una domanda, spero sia lecita: occorre andare alla Santissima Messa per essere Cristiani oggi? Oppure, piuttosto, occorre un impegno quotidiano e concreto, nella politica, nelle istituzioni, nel luogo in cui si lavora, nella propria famiglia, nel rapportarsi con gli altri, nel rapporto con le contingenze, nel dimostrare e nell'ostentare prima ancora dell' appellativo, un modo di fare e di essere.
Precisiamolo subito, a scanso di equivoci: per me il cristiano è un Essere felice, sulla scia di Francesco d'Assisi, uno che si impegna (per come può), nella società tutta terrena, uno che prende parte ed ha una parte, uno che non ha paura dello scontro perchè  forte dei propri principi, uno che ha il coraggio di essere deriso per le proprie idee, ma che rispetta chi la pensa diversamente:  uno che ha il coraggio di essere deriso per le proprie idee, ma che rispetta chi la pensa diversamente!
Il tentativo è quello di poter conversare, per arricchire il dibattito, proprio con chi ha tutte le ragioni per pensarla diversamente!

mercoledì 6 aprile 2011

"Dovete odiarlo il Calcio" (Beppe Grillo)


E' un post duro ma consapevole. Devo dire che per una volta sono d'accordo con Beppe Grillo, se non nel linguaggio ,almeno nei contenuti. Eppur mi costa, essendo un tifoso, anche se di una squadra minore.
Mi sto accorgendo che l'anestesia culturale della società passa anche dal fatto che vi hanno narcotizzato con le partite di calcio.
Sono consapevole del fatto che attirerò le ire dei tifosi/amici, ma dobbiamo dirlo: "abbiamo un altro indultino, l'indultino del calcio. Ora io mi rivolgo a voi tifosi, teste di caiser che non siete altro: presi per il culo più volte. Avete una grande arma in mano, l'unica che si può avere: non andate più a vedere le partite, non abbonarsi a sky e quando andate a fare la spesa disdegnati gli sponsor di queste m..rde, non comprando i loro prodotti."
Fin quando uno guarda la partita la domenica e la commenta io ci sto, fa parte del gioco: ci stanno gli sfottò e le pigliate verbali con gli amici.
Ma quando il calcio diventa una ragione di vita per l'intera settimana, mentre gli operai non trovano lavoro o quando ce l'hanno muiono io dissento.
Quando leggo che il quotidiano più venduto in Italia è la Gazzetta dello Sport io non posso non dissentire.
Quando quelli della mia età non reagiscono perchè narconizzati da 22 ignoranti in mutante io una posizione devo prenderla.
Quando di fronte ai dibattiti cruciali per il futuro del paese voi non prendete parte vi rendete complici, preferendo un pallone che rotola.
Se preferite un campo verde allo sfacelo del Paese, non lamentatevi con saltuaria presenza, solo quando vi fa comodo: tacete, metteti in mutante e correte, prima o poi il pallone lo troverete!!!