lunedì 28 marzo 2011

Spes contra Spem




Domani vorrei svegliarmi, guardare mia figlia Sophia negli occhi e dirle: cara piccola mia, un giorno studierai la storia (cosa che non fanno in molti oggi) e devi sapere che tuo padre, mentre tutti inneggiavano alla guerra contro Gheddafi (o chi non lo faceva non prendeva parte, fregandosene come sempre) è stato fin dal principio contrario. Lo è stato quando il governo di centrosinistra decise l'interventismo nei Balcani, lo è stato quando massacrammo i civili in Iraq, quando giustiziammo, impiccandolo il 30 dicembre 2006 Saddamh Hussein, lo è stato quando ammazzammo i bambini Afghani per sconfiggere Osama Bin Laden ed il terrorismo di Al Quaeda.
Rimango convinto che la violenza generi violenza.
I bambini di cinque anni che oggi cadono sotto le bombe occidentali in nome della democrazia esportata, delle guerre sante e giuste, sono migliaia. Sono bimbi come te: come te giocavano, come te "rompevano le scatole" chiedendo perchè ad ogni affare di questo mondo, come è giusto che sia alla tua età, perchè avete voglia di conoscere, di imparare, di capire. Con i tuoi occhi oggi vorrei fare capire ai "signori della guerra”, che in nome dello sporco denaro vanno mietendo vittime, che quelli sono bambini come te!
Forse ha ragione il ministro La Russa quando dice a Gino Strada che il pacifismo è morto, che è rimasto solo, che farà fatica a riempire un teatro: altro che piazze.
Allora non ci resta che recuperare i microcosmi, la dimensione filiale delle idee. Iniziamo dalle nostre umili dimore, cominciamo coll’educare i nostri figli ad essere onesti e non furbi: goccia dopo goccia formeremo un grande mare.
Oggi simbolicamente abbiamo spento le luci per un’ora, aderendo all’Earth Hour: non abbiamo cambiato ne salvato in mondo, ma assieme, all'unisono, ci siamo sentiti parte di questa grande Madre Terra ed abbiamo lanciato un grande messaggio di Pace in questo momento di odio e guerre.
Per un’ora abbiamo tenuto in mano le candele, guardandoci negli occhi, raccontandoci cose che la frenesia del quotidiano e la velocità implacabile di questo mondo moderno non ci consente di fare ogni santo giorno.
Ora chiediamo di spegnere i cannoni, i carri armati e gli F16.
Chiediamo che si possa ritornare a dialogare da fratelli, rispettando il pensiero di tutti e, là dove non fosse possibile, accettare l’unico compromesso possibile: quello della Pace.
Dunque speranza: in piedi costruttori di Pace!
Spes contra spem, sperando contro ogni speranza!

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