sabato 2 luglio 2011

“Al passato: grazie! Al futuro: sì!” (lettera aperta ai pozzallesi))




Dopo le elezioni amministrative e lo straordinario successo del referendum, i politici (di destra, sinistra e centro) devono porsi delle domande cruciali per il futuro del Paese e per la loro sopravvivenza.
Se è vero che ha palesemente vinto (alle elezioni amministrative) il centrosinistra, è onesto intellettualmente affermare che i referendum sono una vittoria netta della "società civile", di quelle donne e di quegli uomini senza appartenenza che hanno a cuore il destino dell'Italia e che voglio consegnare alle generazioni future un Paese migliore.
Qualcuno, per convenienza politica, ha approfittato della partecipazione massiccia ai quesiti referendari per rifarsi una verginità politica, per rivendicare un successo che oggi annoveriamo alla Storia, ma che ieri risultava impensabile. Se i partiti (o presunti tali) non ritornano a fare politica tra la gente e se non puntano sulla nuova classe dirigente sono destinati ad implodere, come per altro sta accadendo.
La maggior parte dei politici continua ad essere refrattaria alle nuove forme di comunicazione: ogni giorno le testate giornalistiche vengono inondate dai soliti comunicati stampa che rivendicano all'uno o all'altro deputato la paternità di questa o quella infrastruttura, di questo o quel finanziamento; è un pò come se questi "santoni ultraterreni" abbiamo fatto il miracolo di far giungere di città in città, di regione in regione danari come manna dal cielo. E' semplicemente il loro dovere: sono lautamente pagati per risolvere i problemi.
Tutti sono utili, nessuno è indispensabile. Il più delle volte la Loro candidatura risulta un calvario: "scendo in campo con sacrificio, perchè la Città me lo chiede!".
I nostri politici sono tutti martiri che affrontano il sacrificio della Politica con senso delle Istituzioni, tutti eroi pronti a sacrificarsi per la"Res Pubblica", tutti uomini  con senso dello Stato che sottraggono tempo alle loro famiglie e ai loro affari per rendere un servizio alla Comunità.
Io credo che fare il Politico sia un privilegio, che sia il mestiere (se fatto bene) più bello del mondo, perchè i politici rimangono i "depositari dei sogni della gente"!
La verità è che devono conservare una posizione di privilegio (economica e di potere), per poter fare clientela, per gestire danari e posti di prestigio, per riciclarsi ad ogni stagione, sempre buoni ad interpretare cambiamenti ed umori: su tutti i cittadini loro sono i Migliori.
Accumulano cariche, incarichi, gestiscono la sanità, le infrastrutture, le reti televisive, la formazione, con risultati disastrosi, che sono sotto gli occhi di tutti.
Questa è una classe politica che ha sprecato l'occasione di cambiare le cose. Hanno avuto almeno quattro lustri e mille opportunità per farsi carico delle speranze e dei sogni dei cittadini ed invece si sono rinchiusi nei palazzi, dai quale usciranno pochi mesi prima di qualsivoglia prova elettorale, pronti a stringere mani, a fare promesse ed elargire sorrisi di plastica.
Oggi è arrivato il tempo di riprenderci le nostre attitudini ed i nostri spazi, le nostre esigenze ed i nostri sogni.
Oggi è il tempo di dire che dobbiamo uscire fuori dalla palude nella quale i nostri politici ci hanno condotto. Oggi è il tempo in cui i semplici cittadini rivendicano il loro diritto ad esigere un Paese in cui il merito venga prima della raccomandazione, in cui i tempi di attesa negli Ospedali siano europei, in cui la Burocratia non impedisca ai giovani imprenditori di investire, in cui si ragiona dei problemi collettivamente e non in base ai favori di questo o quel politico.
E' il momento di uscire fuori: nel momento in cui capisci che il tuo problema è uguale al mio e a quello di tanti altri, apprendi il valore più alto dell’appartenenza civile. E se sortirne da soli è l’avarizia, sortirne insieme è la Politica…
Penso che sia una necessità avere una Biblioteca in cui si possa studiare e fare ricerca; penso che ci vogliano strutture sportive in cui i tanti atleti possano liberamente manifestare i propri talenti; penso che, se vogliamo essere una cittadina turistica, gli imprenditori debbano collaborare gli uni con gli altri per rendere i servizi fruibili in maniera ottimale ed investire  per garantirsi introiti significativi fra qualche anno; penso che gli affittuari di "case vacanze" debbano sacrificarsi per un paio d'anni per rilanciare il mercato; penso che il Porto debba essere un motivo di orgoglio e non di contesa politica; penso che si debbano tagliare le voci di bilancio inutili per pagare gli stipendi di dipendenti comunali, delle Coop Sociali e degli Operatori Ecologici; penso che puntare sulle Band Locali sia sempre meglio che pagare esageratamente un Cantante di dubbio gusto;  penso che le Sagre e le feste di quartiere vadano valorizzate e debbano coinvolgere direttamente i cittadini; penso che bisogna garantire un servizio ottimale alle famiglie di bambini disabili; penso che il dipendente dello Stato che va in ufficio a fare i cruciverba debba essere bandito.
Abbiamo una fortuna enorme: quella di vivere in una cittadina come Pozzallo, che se attrezzata in maniera adeguata, può essere l'avamposto di una fetta cospicua di cultura, economica e sociale, del Mediterraneo.
Noi a Pozzallo pensiamo che la Politica sia una sfida e non un sacrificio; pensiamo che chi investe e rischia i propri danari dando opportunità di lavoro debba essere valorizzato.
Noi a Pozzallo pensiamo che le Piazze debbano tornare a fare il mestiere di Piazze ed essere luogo di incontro e di svago e non incroci stradali; pensiamo che servano strutture dove i giovani possano suonare, fare sport, dipingere o leggere.
Noi a Pozzallo vogliamo vincere e non semplicemente partecipare: vogliamo vivere la sfida dell'Università e del professionismo non come un dramma che sfoci nella migrazione, ma come una occasione di sviluppo. Vogliamo vivere la bellezza dei mestieri di pescatori e muratori come una risorsa. Vogliamo che ci sia spazio per tutti!
Noi a Pozzallo facciamo così: ci piace Palazzo Musso, la Torre Cabrera, il Marchese Tedeschi, ma vogliamo che ci siano facce nuove ad interpretarne bisogni e sogni. Vogliamo pedonalizzare dove è possibile farlo, nonostante le resistenze dei commercianti. Vogliamo che i Piani Regolatori vengano fatti sulla base del verde pubblico e non sulle esigenze degli speculatori edilizi. Vogliamo poter rivendicare le spiagge  pulite e gratuite.
Vogliamo che gli studenti del vicino istituto Alberghiero trovino spazio per la loro fantasia nelle nostre strutture ricettive; vogliamo affidare ai giovani studenti di Architettura la riqualificazione del Centro Storico: noi a Pozzallo facciamo così!
I cittadini oggi dalla politica devono esigere il meglio, non è più il tempo di arrovellarsi in dualismi che danneggiano Pozzallo.  Bisogna uscire Fuori!
Fuori dal partitismo esasperato, dalla concertazione che allunga i tempi, dai lavori pubblici in cantiere e mai finiti, dalle riunioni estenuanti nei Palazzi per definire incarichi e posti di tromboni ed eventuali trombati del panorama politico.
I politici hanno perso il senso della realtà: non è vero che il "Potere logora chi non ce l'ha"; il Potere logora soprattutto chi lo gestisce, chi tira le fila, chi è avvezzo ad abbandonare le poltrone.
Come cittadini abbiamo il diritto di sognare una città diversa, che sia modello di integrazione e che sia pronta a rischiare.
Abbiamo il dovere civile di renderci protagonisti di una riscossa morale e culturale, di esigere una Città a misura di bambino. Per fare questo dobbiamo spezzare gli accordi che i politici, negli anni, hanno stipulato (più o meno velatamente) con gli speculatori edilizi; costruiamo a volumi zero: questo deve essere l'unico criterio del Piano Strutturale ed il metodo per chi vuole un paese turistico ed accogliente.
Per fare tutto questo però occorre impegnarsi in prima persona e non demandare. Alla nostra dirigente abbiamo dato più di una chance. Dobbiamo iniziare a pensare che senza la "società civile", che vive i quartieri e le periferie, che ha ben chiari i problemi quotidiani perchè li vive, che dovrà abitare e curare Pozzallo, non ci sarà la possibilità di scegliere cosa vuole fare del proprio futuro.
Abbiamo ogni fattore immaginabile per non fallire e fare bene: una situazione climatica ideale, la fantasia e la competenza della nuova generazione, l'esperienza di chi girato il mondo e di chi ha lavorato nei settori più disparati, la voglia di credere ancora in un ideale di società giusta e moderna che ha sempre contraddistinto la nostra comunità: basta crederci, crederci assieme!

Al passato: grazie! Al futuro: !”

1 commento:

Anonimo ha detto...

ECCO IL SECONDO CANDIDATO ALLE PRIMARIE