domenica 17 aprile 2011

Disputa su Dio (e dintorni...) Il ruolo dei Cattolici oggi


Non sono un blogger, questo si è capito chiaramente. Mi piace scrivere, ma non ogni santo giorno, non con regolarità, non su tutti gli argomenti.
Se poteste vedere il disordine sulla mia scrivania (con buona pace di Francesca) capireste che sono un "disordinato cronico", un amante del Kaos (non solo filosofico, quanto piuttosto quotidiano e leggero).
Per questo anche le situazioni e gli argomenti giornalieri (in questo periodo alquanto insistenti ed arrancanti), che via via si presentano, li affronto senza regolarità. Ho bisogno di rifletterci sulle cose: non sono mai stato "il primo della classe" o l'intelligente del gruppo, ho i miei tempi per capire le cose. E' sicuramente una pecca, ma abbassa le aspettative, mie e degli altri.
 Sono uno cui non si può fare affidamento, lo ammetto;  mi appassiono facilmente e vado in fondo alle cose, ma sono anche un "criticone", uno col caratteraccio, e di miei amici ne sanno qualcosa.
Sto scrivendo un testo sul "Ruolo dei cattolici nella società moderna", senza nessuna pretesa, che stamperò a mie spese e distribuirò tra gli amici più intimi: ereticamente, visto che ho inserito dentro figure non propriamente riconducibili al "cattolicesimo", ma che molto più di altri, credo umilmente, possano elevare pragmaticamente il discorso sul senso della vita e, per chi ci crede, su "Dio e dintorni".
Esatto: pragmaticamente! Assistendo qualche anno fa alla lettura del vangelo da parte di un Padre Comboniano, Padre Alex Zanotelli, ha che la"parola di Dio" poteva essere strettamente legata all'impegno quotidiano, alle cose di tutti giorni, alla ripetitività dei piccoli et buoni gesti per la conservazione del Creato.
Ebbene, siccome non ho verità in tasca, ma ho qualcosa da dire, ho iniziato una ricerca di libri che potessero aiutarmi a sviluppare gli argomenti dei vari  capitoli del piccolo testo che sto andando a comporre.
Per comprendere non i cattolici, ma il ruolo che oggi possono essi avere nella società, dalla politica al volontariato, non possiamo esimerci dal rapporto con chi non crede, o comunque ha una visione critica sulla Chiesa dei fedeli e sulle questioni di fondo di "quella cosa che chiamiamo vita".
Mi pongo una domanda, spero sia lecita: occorre andare alla Santissima Messa per essere Cristiani oggi? Oppure, piuttosto, occorre un impegno quotidiano e concreto, nella politica, nelle istituzioni, nel luogo in cui si lavora, nella propria famiglia, nel rapportarsi con gli altri, nel rapporto con le contingenze, nel dimostrare e nell'ostentare prima ancora dell' appellativo, un modo di fare e di essere.
Precisiamolo subito, a scanso di equivoci: per me il cristiano è un Essere felice, sulla scia di Francesco d'Assisi, uno che si impegna (per come può), nella società tutta terrena, uno che prende parte ed ha una parte, uno che non ha paura dello scontro perchè  forte dei propri principi, uno che ha il coraggio di essere deriso per le proprie idee, ma che rispetta chi la pensa diversamente:  uno che ha il coraggio di essere deriso per le proprie idee, ma che rispetta chi la pensa diversamente!
Il tentativo è quello di poter conversare, per arricchire il dibattito, proprio con chi ha tutte le ragioni per pensarla diversamente!

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